Partita iva, quanto costa e come risparmiare

Tutto sulla Partita IVA, quanto costa, come risparmiare e avere informazioni dettagliate e consigli utili sulle tasse per i liberi professionisti e gli imprenditori

La partita IVA è un requisito fondamentale per chi intende avviare un’attività commerciale o professionale in Italia. Tuttavia, spesso il costo di apertura e gestione di una partita IVA può rappresentare un ostacolo per molti. In questo articolo esploreremo quanto costa aprire e gestire una partita IVA e offriremo alcuni consigli su come risparmiare. Indipendentemente dal motivo per cui stai cercando di acquisire una partita IVA, questa lettura sarà un utile punto di riferimento per informarti sui costi e sulla gestione a lungo termine che questa implica.

Cos’è una Partita IVA

Prima di esaminare i costi associati ad una partita IVA, è importante comprendere cos’è. La partita IVA consiste in una sequenza di 11 numeri. Le prime 7 cifre identificano il contribuente nell’ufficio competente; le cifre dalla ottava alla decima indicano il codice di riconoscimento IVA; l’undicesimo numero è generato automaticamente dal sistema dell’Anagrafe Tributaria e serve a verificare l’esattezza delle prime 10 cifre. Quando si tratta di relazioni internazionali, il numero di partita IVA è accompagnato dal prefisso del Paese membro (per l’Italia è “IT”). La partita IVA ha due scopi principali: identifica l’individuo e conferma il suo stato fiscale relativamente alle transazioni effettuate sia localmente che all’estero, e facilita il controllo dell’ufficio responsabile per garantire la riscossione dell’imposta.

Spese per l’apertura e regimi fiscali attivi in Italia

Le spese associate all’apertura della Partita IVA varieranno in base alla natura del tuo lavoro

Se sei un professionista intellettuale, come un copywriter, avrai una Partita IVA come libero professionista, mentre se svolgi un’attività di tipo artigianale o commerciale, come quella di un negozio online, la tua struttura sarà quella di una ditta individuale. In quanto libero professionista, le tue spese dipenderanno se deciderai di procedere da solo (in cui non ci saranno costi addizionali) o se sceglierai di utilizzare un intermediario, come un commercialista (in tal caso dovrai coprire il loro compenso).

Se invece deciderai di aprire una ditta individuale, dovrai sostenere le seguenti spese:

  • una tassa di timbro di € 17,50,
  • costi di segreteria di € 18,
  • una quota camerale variabile (tra € 44 e € 100),
  • in base al tipo di attività che stai svolgendo,
  • una SCIA variabile (da € 0 a € 200) in base al comune in cui decidi di avviare la tua attività,
  • e infine una PEC e la firma digitale (a partire da € 35 in base al servizio che scegli).

Se opterai per l’utilizzo di un intermediario, dovrai aggiungere a queste spese anche il suo onorario, che può variare da € 300 a € 500 in base al tipo di attività che svolgi.

L’apertura di una Partita IVA in Italia necessita di aderire a una specifica modalità fiscale e contabile, la quale stabilisce le norme a rispettare per condurre l’attività in maniera legittima e conforme alle direttive fiscali.

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Foto | kanchanachitkhamma @Canva – informagiovanirieti.it

 

Ci sono tre tipi di regimi fiscali, ognuno con una diversa modalità di tassazione

Nel Regime ordinario, le Partite IVA devono pagare:

  • l’IVA, che è l’Imposta sul valore aggiunto calcolata in base al tipo di bene o servizio fornito e applicata in fattura con una aliquota variabile;
  • l’IRPEF, ovvero l’Imposta sul reddito delle persone fisiche che cresce proporzionalmente all’aumento dei guadagni, pagata da quelle Partite IVA che sono considerate aziende individuali o freelancer;
  • l’IRES, l’Imposta sul reddito delle società, calcolata sulla base di un tasso fisso sul reddito;
  • l’IRAP, l’Imposta regionale sulle attività produttive che le aziende devono versare alla loro Regione, ma da cui le persone fisiche sono esentate.

Il Regime semplificato, pur non differendo eccessivamente dal Regime ordinario, fa riferimento all’IRPEF per le persone fisiche e all’IRAP per le attività produttive.

Infine, le Partite IVA che operano sotto il Regime forfettario pagano le tasse calcolate con una singola aliquota sostitutiva del 15%, che sostituisce IRPEF e IRAP. Tale percentuale può essere ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività, a determinate condizioni.

Inoltre, per determinare il reddito su cui verrà applicata la tassa sostitutiva, è necessario identificare il coefficiente correlato al proprio codice ATECO. Questo sarà poi moltiplicato per i ricavi determinati sulla base del principio del denaro contante.

Costi di gestione e spese per la chiusura di una Partita IVA

Oltre ai costi iniziali, dovrai considerare le spese operative che includono tasse, la cui quantificazione varia in base al tuo sistema fiscale.

Nel sistema fiscale ordinario, dovrai sostenere l’IRPEF, che oscilla tra una percentuale minima del 23% ed una massima del 43% applicata sui tuoi guadagni dopo gli oneri, ovvero il reddito imponibile.

Ad esempio, se tu avessi ricevuto 90.000 euro, ma hai avuto costi per 20.000 euro, dovrai pagare l’IRPEF solo su 70.000 euro (90.000 euro – 20.000 euro).

Nel forfettario, invece, la percentuale da pagare è del 15% o del 5% per un periodo di 5 anni se stai iniziando un’attività nuova. Queste percentuali verranno applicate sul tuo reddito imponibile, calcolato moltiplicando i tuoi proventi totali per un fattore chiamato coefficiente di redditività, che varia a seconda del tuo codice ATECO, e da cui verranno sottratti i contributi versati l’anno precedente.

Per esempio, per l’ecommerce è del 40%, mentre per i parrucchieri è del 67%. I contributi variano se sei un professionista: dovrai versare il 26,23% del tuo reddito alla gestione separata.

Se sei un’impresa individuale: avrai due tipi di contributi:

  • fissi, che versi senza tenere conto dei tuoi introiti e pari a 4.292 euro,
  • variabili, calcolati applicando il 24,48% sul reddito che supera i 17.504 euro.
  • Infine, dovrai considerare il costo di un commercialista che varia da 700 a 1.500 euro all’anno a seconda del tuo regime fiscale.

Per avere un quadro più completo dei costi per avviare e gestire il tuo Partita IVA, un commercialista è il professionista a cui devi rivolgerti.

L’onere finanziario legato alla cessazione della Partita IVA varia in base alla tipologia di attività da interrompere

Gli individui impegnati in professioni autonome, per esempio, non hanno alcuna penale economica nell’annullare la loro Partita IVA. Questi possono utilizzare modelli gratuiti forniti dall’Agenzia delle Entrate, che devono essere compilati e spediti entro un mese dalla fine dell’attività.

D’altro canto, le imprese individuali devono coprire sia le spese amministrative sia il costo del bollo per l’invio delle notifiche alla Camera di Commercio.

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