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Test di Medicina? Addio! La riforma Bernini potrebbe cambiare tutto

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Giulia De Sanctis

Abolizione del test di Medicina e semestre di sbarramento: ecco le novità in cantiere annunciate dalla ministra Bernini

Il test di Medicina come siamo abituati a conoscerlo, potrebbe presto sparire per la gioia degli studenti aspiranti camici bianchi: l’accesso alla Facoltà di Medicina e Chirurgia potrebbe cambiare grazie alla riforma annunciata dalla ministra dell’Università e della Ricerca del governo Meloni, Anna Maria Bernini.

La titolare del Mur ha dato in una recente intervista delle anticipazioni circa le intenzioni di riforma dell’accesso a Medicina senza il test di ammissione e la quale richiederà comunque del tempo ragionevole al fine da creare un sistema solido in sinergia con gli atenei.

Test Medicina addio con la riforma Bernini: cosa cambia

Intanto la stessa ministra ha annunciato le novità del nuovo test di Medicina 2024 – il Tolc Med che nell’edizione di esordio 2023 ha portato con sé numerosi ricorsi per presunte irregolarità – con una banca dati di domande aperta e un nuovo calendario delle prove. Vediamo allora quale potrebbe essere la riforma Bernini per l’abolizione del test di Medicina.

Il test di Medicina potrebbe cambiare con la ministra Bernini – ANSA/RICCARDO ANTIMIANI – Informagiovanirieti.it

 

La riforma Bernini con l’addio del test di Medicina non sarà immediata e molto probabilmente il Tolc Med resterà ancora un po’ ma con la possibilità che avranno gli studenti di tentare la prova esercitandosi su una banca dati aperta di 50mila domande.

La ministra Bernini per il futuro starebbe pensando a un cambiamento radicale, un modello italiano di accesso alla Facoltà di Medicina e Chirurgia illustrato a Repubblica e riportato anche sui suoi canali social: “L’idea è consentire agli studenti di frequentare corsi caratterizzanti, sostenere degli esami e accedere alla facoltà in base all’esito. La preparazione sarà nelle mani delle università, non più di corsi extra-accademici”.

Dunque in test di Medicina sparirebbe e tutti gli aspiranti medici potrebbero accedere a corsi specifici per un intero semestre sostenendo degli esami che permetterebbero così, sulla base del punteggio, di accedere ufficialmente alla Facoltà.

Si penserebbe, tuttavia, anche a coloro che non dovessero superare gli esami e quindi a meccanismi per recuperare il lavoro fatto e accedere a un’altra facoltà.

Le idee per l’addio al test di Medicina ci sono, occorre solo attendere i tempi tecnici necessari per la riforma che potrebbe pertanto non arrivare nell’immediato.

Se la ministra Bernini per l’addio al test di Medicina e l’introduzione del semestre di studio con esami sembra avere un modello preciso in testa, sull’accesso completamente libero al corso di laurea, senza prove, è sembrata più cauta. L’abolizione del numero chiuso è una possibilità che va ponderata con cautela: “Il numero chiuso – ha precisato Bernini nell’intervista a Repubblica– per come lo abbiamo conosciuto ed ereditato non esiste già più. Abbiamo aumentato i posti di oltre 3 mila unità quest’anno e l’incremento è stimato in 30 mila nei prossimi sette anni”.

La ministra ha poi aggiunto: “Abbiamo il dovere di continuare a garantire la qualità dell’offerta formativa che un’apertura indiscriminata non assicurerebbe. Darsi l’obiettivo dell’apertura non è sbagliato, ma è appunto un obiettivo intorno al quale costruire le condizioni sistemiche, con gradualità, realismo e senso di responsabilità”.

L’abolizione del numero chiuso potrebbe passare solo attraverso un potenziamento dell’offerta formativa delle Università. Dalle parole della ministra sembra quindi che il numero chiuso resterà ma l’accesso sarà facilitato in futuro senza test di Medicina e con un semestre intero per tentare l’ingresso ufficiale alla facoltà.

Giulia De Sanctis

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