Quali+sono+le+professioni+%26%238220%3Bdigitali%26%238221%3B+per+le+quali+c%26%238217%3B%C3%A8+pi%C3%B9+richiesta%3F+Lo+svela+una+ricerca
informagiovanirietiit
/2024/05/08/quali-sono-le-professioni-digitali-per-le-quali-ce-piu-richiesta-lo-svela-una-ricerca/amp/
Lavoro

Quali sono le professioni “digitali” per le quali c’è più richiesta? Lo svela una ricerca

Published by
Giuliana Presti

Solo il 45,6% della popolazione in età lavorativa possiede competenze digitali basilari, contro il 53,9% della media europea

L’Italia è in ritardo rispetto agli altri Paesi per quanto riguarda la terza economia. Nel 2023, secondo il Digital Economy e Society Index (DESI), il Paese si posizionava all’ultimo posto in Europa per livello di digitalizzazione. Solo il 45,6% della popolazione in età lavorativa possiede competenze digitali basilari, contro il 53,9% della media europea, inoltre le figure specializzate in ambito ICT rappresentano solo il 3,9% (media europea del 4,6%). Per le imprese italiane è difficile reperire figure per guidare i processi di innovazione. Questi sono i dati emersi dalla ricerca della Fondazione studi consulenti del lavoro dal titolo “Capitale umano e transizione tecnologica. L’innovazione di competenze che serve alle imprese”.

Cosa è emerso dalla ricerca

Dai dati raccolti è emerso che:

  • la media dei laureati nelle materie stem è di soli 18,3 laureati ogni 1.000 ragazzi di età compresa tra 20 e 29 anni;
  • il 56,4% delle aziende si affida a figure esterne perché fatica a trovare figure interne specializzate nelle funzioni ICT;
  • la domanda di professionalità altamente innovative ammonta a circa 1 milione e 277mila l’anno;

    Lavoro digitale | pixabay @reallywellmadedesks – Informagiovanirieti.it

  • Solo il 45,6% della popolazione in età lavorativa possiede competenze digitali basilari (contro il 53,9% della media europea);
  • le figure specializzate in ambito ICT rappresentano solo il 3,9% (contro una media europea del 4,6%).

Le figure per le quali c’è più richiesta

Secondo la ricerca i profili più ricercati sono:

  1. Tecnici programmatori, con 35 mila assunzioni previste all’anno;
  2. Analisti e progettisti di software;
  3. Ingegneri energetici e meccanici;
  4. Progettisti e amministratori di sistemi;
  5. Tecnici gestori di reti e di sistemi telematici;
  6. Ingegneri dell’informazione;
  7. Ingegneri elettrotecnici;
  8. Matematici, statistici, analisti dei dati;
  9. Alta specializzazione tecnologica;
  10. Tecnici web;
  11. Tecnici dell’organizzazione e della gestione dei fattori produttivi;
  12. Tecnici delle costruzioni;
  13. Direttori/dirigenti generali aziende manifattura e PA;
  14. Ingegneri chimici, petroliferi e dei materiali;
  15. Tecnici del risparmio energetico e delle energie rinnovabili;
  16. Direttori e dirigenti di ricerca e sviluppo;
  17. Fisici e astronomi;
  18. Tecnici esperti in applicazioni;
  19. Ingegneri industriali e gestionali;
  20. Disegnatori industriali;
  21. Ingegneri civili;
  22. Specialisti della gestione e del controllo nelle imprese private;
  23. Specialisti in scienze economiche;
  24. Addetti alla gestione degli acquisti;
  25. Specialisti in contabilità e problemi finanziari;
  26. Approvvigionatori e responsabili acquisti;
  27. Addetti ai servizi statistici;
  28. Direttori e dirigenti delle vendite e commercializzazione;
  29. Tecnici fisici e geologici;
  30. Ingegneri biomedici e bioingegneri;
  31. Specialisti nei rapporti con il mercato;
  32. Tecnici meccanici;
  33. Tecnici del marketing;
  34. Tecnici elettronici;
  35. Manutentori e riparatori di apparati elettronici industriali e di misura;
  36. Specialisti nelle relazioni pubbliche, dell’immagine;
  37. Tecnici della pubblicità e delle pubbliche relazioni;
  38. Architetti, pianificatori, paesaggisti, spec. recupero/conservazione territorio;
  39. Elettrotecnici;
  40. Addetti alle operazioni finanziarie per conto dell’impresa o dell’organizzazione.

“La formazione continua è la carta vincente”

L’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale stanno ridisegnando i contorni del sistema lavoristico, imponendo una rapida trasformazione delle competenze richieste dal mercato. In questo contesto la formazione continua è la carta vincente per risolvere il disallineamento tra domanda e offerta e cogliere le opportunità che l’evoluzione tecnologica impone”, ha commentato il presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, Rosario De Luca.

I risultati della ricerca sono basati sulle informazioni contenute nella banca dati Unioncamere Excelsior.

Giuliana Presti

Recent Posts

Bike to work day, tutti i vantaggi dell’andare a lavoro in bicicletta

Come tutti gli sport, il ciclismo aiuta a sentirsi più energici e meno stressati. Ecco…

3 giorni ago

Lavoro, la “concorrenza” dell’Intelligenza Artificiale spaventa i giovani

E se anche i giovani cominciassero a temere l’Intelligenza Artificiale? Ecco cosa ne pensano alcuni…

3 giorni ago

Ferie, la scelta dei giorni spetta al dipendente o al datore di lavoro?

Che se ne dica, è il datore di lavoro ad avere l'ultima parola sulle ferie…

4 giorni ago

Meghan Markle, l’altra faccia della Duchessa: saputo tutto solo ora, lo ha fatto anche stavolta

Spunta un retroscena sul recente viaggio di Harry a Londra che avrebbe a che fare…

5 giorni ago

Conto corrente, l’errore che non è più permesso commettere: rischiamo sanzioni molto severe

L'errore che spesso commettiamo quando abbiamo un conto corrente. Fate attenzione perché le sanzioni sono…

5 giorni ago

Applicare le regole della gamification al lavoro è davvero una buona idea?

La gamification è una strategia di marketing ma anche un modo per incentivare l’attaccamento dei…

5 giorni ago