Tasse più alte nel 2024? Ecco chi potrebbe pagare di più

Chi potrebbe pagare di più nel 2024 a causa dell’aumento delle tasse, le ultime novità sulle imposte più alte nel 2024 per mantenere il controllo sulle tue finanze

Con l’arrivo del 2024, molti italiani si chiedono se le tasse aumenteranno o meno. La situazione economica del paese è incerta e ci sono sempre più voci che suggeriscono la necessità di nuove entrate fiscali per poter far fronte alle spese pubbliche. Ma chi sarebbe interessato da questo aumento delle tasse?

In questo articolo esploreremo le possibili cause che potrebbero portare ad un aumento delle tasse e chi potrebbe essere colpito dal provvedimento.

Tasse più alte nel 2024: scopri se sei a rischio aumento

La legge di bilancio del 2024 introduce una modifica che avrà un impatto significativo sul pagamento delle tasse. In particolare, le prime due fasce di reddito saranno consolidate in un’unica categoria con una tassa del 23%.

Un uomo fa calcoli con una calcolatrice
Foto | 89Stocker @Canva – informagiovanirieti.it

 

Di conseguenza, tutti gli individui con un reddito imponibile beneficeranno di un’imposta ridotta nel 2024, a seguito di una deduzione fiscale del 2% per i guadagni compresi tra 15.000 e 28.000 euro.

Per coloro che guadagnano meno di 15.000 euro, non ci saranno modifiche al sistema tributario, ma i crediti d’imposta per i lavoratori dipendenti passeranno da 1.880 a 1.955 euro, conferendo un vantaggio economico.

Questa riforma avrà un impatto anche su quelli con un reddito superiore a 28.000 euro, poiché l’IRPEF è una tassa progressiva che cresce in linea con l’aumento del reddito:

  • chiunque guadagni 40.000 euro risparmierà il 2% sui primi 28.000 euro di reddito
  • allo stesso modo, non ci saranno differenze per coloro che guadagnano più di 50.000 euro poiché l’implementazione di un’esenzione del 19% sui crediti d’imposta annullerà il vantaggio di 260 euro derivante da tasse inferiori.

Ci potrebbe essere l’errata convinzione che nel 2024 si dovranno pagare meno tasse in generale. Tuttavia, non è questo il caso. Sebbene vi sia un calo massimo nell’Irpef, che è pari a 260 euro all’anno, esistono molte altre imposte per cui i contribuenti sono responsabili. Sono proprio queste tasse, spesso considerate meno rilevanti perché non interessano tutti, che finiranno per accrescere il carico fiscale.

Cambiamenti fiscali in arrivo: cosa aspettarsi con l’aumento delle tasse e dell’IVA nel 2024

Nell’anno 2024, chi sarà quindi gravato da tasse più alte? Ad esser tassati saranno principalmente i proprietari di immobili che scelgono di affittare per periodi brevi che saranno le vittime di tasse più pesanti. Questi proprietari, a partire dalla seconda casa, saranno soggetti a una tassazione fissa del 26% (rispetto al precedente 21%), un aumento del 5% sui guadagni derivanti dalla proprietà affittata. Le tasse sulla proprietà, pertanto, subiranno un aumento notevole.

Per riassumere, l’affitto di una proprietà per un periodo di meno di 30 giorni comporterà una tassazione più elevata, passando dal 21% al 26%.

Anche chi ha usufruito del Superbonus 110% per il restauro di una proprietà dovrà pagare tasse più elevate. Se vendono la proprietà entro cinque anni dal restauro, il guadagno sarà tassato al 26%.

È importante notare che se una proprietà è stata ristrutturata utilizzando il Superbonus al 110%, il proprietario sarà obbligato a ricalcolare la rendita catastale, dato che il valore della proprietà sarà aumentato. Questo avrà un impatto sull’Imu e, quindi, aumenterà ulteriormente le tasse sulla proprietà.

Inoltre, la manovra non ha rinnovato l’IVA ridotta per alcuni prodotti per l’infanzia, inclusi pannolini e assorbenti, anzi l‘IVA sugli assorbenti e i prodotti per bambini è stata raddoppiata.

Dal primo gennaio 2023, un ventaglio di prodotti essenziali era stato premiato con un trattamento fiscale agevolato, poiché l’Iva era stata abbassata al 5%. Questa mossa aveva coinvolto prodotti vitali per l’alimentazione e il benessere dei più piccoli, come il latte in polvere o liquido per l’alimentazione dei lattanti o dei bambini nella prima infanzia, le preparazioni alimentari specifiche e pannolini. Persino i seggiolini per bambini da installare nelle auto hanno goduto di questa riduzione, abbassando l’iva dal precedente 22%.

Questa decisione ha rappresentato un sollievo per le famiglie italiane, riducendo l’onere finanziario legato agli alimenti essenziali per i più piccoli e alle necessità quotidiane come i pannolini e i seggiolini auto. Un segnale importante che ha dimostrato la sensibilità verso le esigenze delle famiglie e la rilevanza di tali prodotti nella spesa di tutti i giorni.

Tuttavia, sembra che ora si stia assistendo a una sorta di gioco del “lascia o raddoppia” con l’Iva. A partire dal 2024, l’Iva infatti tornerà ai livelli precedenti, salendo al 10% per gli alimenti e i pannolini e addirittura al 22% per i seggiolini. Questo cambio di direzione potrebbe rappresentare una sfida economica per le famiglie, che dovranno affrontare nuovamente tasse più elevate su prodotti fondamentali per la vita quotidiana. Un’inversione che solleva domande sull’equilibrio tra le esigenze finanziarie dello Stato e la necessità di sostenere le famiglie nell’accesso a beni essenziali.

Stesso trattamento viene applicato anche agli assorbenti. Se volessimo fare una stima accurata, potremmo considerare che una donna in Italia spende attualmente tra 130 e 150 euro all’anno per prodotti igienici per il ciclo mestruale; con il raddoppio dell’IVA al 10%, si prevede un aumento di circa 7,50 euro sul costo annuale. Per quanto riguarda i prodotti per l’infanzia, i pannolini ammontano a circa 726 euro all’anno per ogni bambino e si prevede quindi un aumento di circa 36,30 euro. Queste stime, chiaramente, riguardano solo le spese medie e considerano esclusivamente l’IVA, diretta e senza tenere conto di tutte le variabili coinvolte.

Inoltre, i fumatori saranno soggetti a tasse più elevate dato che il prezzo delle sigarette aumenterà nel prossimo anno. Non è un dato di fatto che un incremento delle tasse sul tabacco porti ad un aumento del ricavato per lo Stato. Illazioni recenti indicano un calo nel numero di consumatori di prodotti a base di tabacco come le sigarette e il tabacco macinato, e un possibile aumento dei prezzi potrebbe ulteriormente ridurre il loro mercato.

Di conseguenza, è probabile che l’onere di questo aumento sia supportato dalle imprese piuttosto che dai fumatori. Le decisioni corporative aziendali determineranno se il prezzo resterà lo stesso o cambierà. Voci non confermate suggeriscono che l’aumento potrebbe essere considerevole, con un incremento di 40-50 centesimi sul tabacco macinato e un aumento di 20 centesimi sulle sigarette.

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