Cosa significa “recessione tecnica” e quali sono le sue conseguenze

Vediamo che cosa si intende quando si parla di “recessione tecnica” e quali sono le differenze principali con la “recessione economica”. L’Italia ci è passata nel 2018, ma anche la Germania l’ha vissuta nel 2023

Quando si parla di “recessione tecnica” e di “recessione economica” non si indica esattamente la stessa cosa.

La prima differisce, infatti, dalla seconda, in quanto ognuno di questi due tipi di recessione si evidenzia per delle caratteristiche proprie ben precise.

Proviamo a capire meglio quali sono le differenze principali, basandoci anche sugli esempi di vita reale che hanno coinvolto negli scorsi anni due grandi Paesi europei come l’Italia e la Germania.

Che cosa si intende per “recessione tecnica”

La recessione tecnica si verifica essenzialmente quando un’economia subisce due trimestri consecutivi di declino del Prodotto Interno Lordo (il famoso PIL).

Quando un Paese è in recessione significa che qualcosa a livello dell'economia non sta funzionando
Quando un Paese è in recessione significa che qualcosa a livello dell’economia non sta funzionando | Immagine Unsplash @Ibrahim Rifath – Informagiovanirieti.it

Questo termine viene quindi utilizzato per descrivere una situazione in cui un’economia esce da una recessione solo per entrare nuovamente in una fase di contrazione economica in breve tempo, senza che l’economia sia stata in grado di recuperare completamente dalla recessione precedente (il PIL di un trimestre è inferiore a quello del trimestre precedente per due periodi consecutivi).

Tradotto: è come se l’economia avesse fatto un passo avanti seguito poi da un immediato passo indietro.

Una situazione complessa e che può essere indicativa di una debolezza strutturale o di altri problemi sottostanti nell’economia.

Il concetto di recessione tecnica influenza quindi le politiche e le decisioni di investimento.

Per comprenderlo meglio, è però importante considerare il PIL come un indicatore della salute economica di un Paese.

Di solito, un PIL in crescita è infatti un segnale di buona salute economica per uno Stato.

In presenza di questa condizione, le imprese sono produttive, le persone consumano e gli investimenti aumentano.

Uno scenario che, invece, si ribalta completamente quando il PIL inizia a diminuire e l’economia a rallentare, di conseguenza.

Alla base dell’analisi della “recessione tecnica” c’è quindi l’analisi del PIL, per il cui calcolo gli economisti considerato due tipi di variazione fondamentale:

  • La variazione congiunturale: è quella che confronta il PIL del trimestre attuale con quello del trimestre precedente, fornendo un’indicazione della performance economica a breve termine (nella recessione tecnica, si prende in considerazione proprio questa variazione).
  • La variazione tendenziale: è quella che invece confronta il PIL del trimestre attuale con quello dello stesso trimestre dell’anno precedente, offrendo un’idea della performance economica a medio-lungo termine.

Che cos’è la “recessione economica”

Si parla di recessione economica quando si registra una fase di declino dell’attività economica di un Paese per una durata di tempo significativo e solitamente misurato in due trimestri consecutivi di calo del Prodotto Interno Lordo.

Durante un periodo di recessione economica, si verificano spesso delle diminuzioni nella produzione industriale, nell’occupazione e nei consumi, oltre che una diminuzione degli investimenti e delle entrate fiscali.

A causare la recessione economica possono essere diversi fattori, tra cui, i più comuni, sono rappresentati da un calo nella domanda dei consumatori, dalle crisi finanziarie, dagli shock esterni di mercato (come le fluttuazioni dei prezzi delle materie prime o eventi catastrofici) e dalle politiche economiche inefficaci.

Per tutti questi motivi, un periodo di recessione può avere gravi conseguenze sociali ed economiche, compreso un aumento della disoccupazione, una diminuzione del reddito delle famiglie e una maggiore difficoltà per le imprese nel reperire finanziamenti.

In questi frangenti, i Governi e le banche centrali spesso adottano politiche di stimolo economico, con la finalità di cercare di mitigare i danni e aiutare l’economia a riprendersi.

Differenze in campo

La differenza tra la recessione tecnica e quella economica è significativa nell’analisi dell’economia di un Paese.

La recessione tecnica indica, infatti, che un Paese sta attraversando delle difficoltà economiche, poiché i livelli di attività produttiva sono inferiori a quelli che potrebbero essere raggiunti utilizzando in maniera efficiente e completa tutti i fattori produttivi a disposizione.

D’altra parte, la recessione economica è un fenomeno in cui si registra una variazione negativa del PIL “tendenziale”, ossia rispetto all’anno precedente.

Comunemente, se la diminuzione supera l’1%, si parla di recessione, mentre se è inferiore all’1%, si definisce “crisi economica”.

Per riassumere, mentre la recessione tecnica si concentra sulla performance trimestrale dell’economia, quella economica considera la performance annuale e offre una visione più ampia delle condizioni economiche complessive di un Paese.

Per capire la recessione tecnica bisogna basarsi sui dati del PIL
Per capire la recessione tecnica bisogna basarsi sui dati del PIL | Immagine Unsplash @Mufid Majnun – Informagiovanirieti.it

I danni provocati dalla recessione tecnica

Le conseguenze prodotte dalla recessione tecnica sono molteplici e possono avere un impatto significativo sull’economia e sulla vita quotidiana delle persone.

Vediamo quali sono le più comuni, basandoci anche su quanto accaduto sia in Italia che in Germania nel recente passato:

  • Rallentamento della produzione: durante una recessione tecnica, si registra una riduzione generale dell’attività economica, con le imprese che producono meno beni e servizi. Ciò può portare a una diminuzione delle entrate aziendali, influenzando anche i bilanci e la capacità di investire o assumere nuovi lavoratori.
  • Aumento della disoccupazione: con la diminuzione della produzione, le aziende potrebbero ridurre il personale, aumentando così il tasso di disoccupazione. Uno scenario che può avere gravi conseguenze sociali, con persone che rischiano difficoltà finanziarie e una minore capacità di contribuire all’economia attraverso il consumo.
  • Diminuzione dei tassi di interesse: le banche centrali tendono a rispondere alla recessione tecnica abbassando i tassi di interesse per stimolare l’economia. Tuttavia, se i tassi sono già bassi, come spesso avviene dopo una crisi finanziaria, le banche centrali possono avere limitate opzioni di intervento.
  • Instabilità del mercato finanziario: una recessione tecnica può generare incertezza nei mercati finanziari, con gli investitori che ritirano i loro capitali per timore di un declino economico prolungato. Ciò può portare a volatilità nel mercato azionario e in altri mercati finanziari.
  • Impatto sui bilanci governativi: la recessione tecnica può influenzare anche i bilanci pubblici, con una diminuzione delle entrate fiscali dovuta all’aumento della disoccupazione e al rallentamento della produzione. Allo stesso tempo, il Governo potrebbe dover aumentare la spesa per fornire sostegno alle persone colpite, portando a un aumento del deficit di bilancio e del debito pubblico nel lungo termine.

Ovviamente, l’entità e la natura delle conseguenze appena elencate possono variare in base alla durata e alla gravità della recessione, oltre che alla struttura economica del Paese colpito e alle politiche adottate dal Governo e dalla banca centrale.

A vivere un periodo di recessione tecnica nel 2018, per esempio, è stata l’Italia, Paese che all’epoca registrò una variazione negativa del PIL dopo tre anni e mezzo positivi.

Stesso scenario ha colpito nel 2023 la Germania, il cui PIL è diminuito dello 0,3% nel primo trimestre di quell’anno, dopo aver già registrato una contrazione dello 0,5% nel trimestre precedente.

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