Reddito alimentare, cos’è e a chi spetta?

Due gli obiettivi: aiutare appunto le famiglie più bisognose e, allo stesso tempo, diminuire lo spreco alimentare (ogni anno circa 230 mila tonnellate di cibo risultano invendute), grande piaga del nostro secolo

 

Si torna a parlare di Reddito alimentare. Così come era accaduto all’inizio del 2023 quando in legge di Bilancio 2023 furono stanziate le risorse – e si parlava di 1,5 milioni di euro per l’anno scorso, aumentati a due milioni di euro per il 2024 e 2025 – per avviare la fase di sperimentazione per una nuova misura di sostegno per le famiglie bisognose. Ma di cosa si sta parlando? Con il Reddito alimentare, compatibile con altre misure (vedi l’Assegno di inclusione) alle famiglie in seria difficoltà economica, è prevista la consegna di pacchi alimentari. Che sono realizzati con i prodotti rimasti invenduti nella grande distribuzione.

Con due obiettivi: aiutare appunto le famiglie più bisognose e, allo stesso tempo, diminuire lo spreco alimentare (ogni anno circa 230 mila tonnellate di cibo risultano invendute), grande piaga del nostro secolo. Rientrano tra questi casi, per esempio, le confezioni rovinate o i prodotti vicini alla scadenza. Per il Reddito alimentare viene prevista una sperimentazione di tre anni. Detto questo, però, ci sono degli intoppi. Infatti, dopo più di un anno il Reddito alimentare non è ancora partito e le famiglie che si erano interessate alla misura cominciano a chiedersi che fine abbia fatto. Seppur lentamente, tutto però sembra procedere per il meglio e, quindi, non bisogna preoccuparsi. Già per questo 2024 il reddito alimentare dovrebbe essere in arrivo in Italia.

Tagliatelle
Tagliatelle | pixabay @congerdesign

Come funziona?

Certo, c’è da dire che si tratta di un progetto limitato rispetto a quelle che erano le attese: nella legge di Bilancio 2023 si parlava di far partire questa misura nelle città metropolitane d’Italia. Invece, solamente alcuni tra questi Comuni ne saranno interessati: Genova, Firenze, Napoli e Palermo. Almeno fino al termine della fase sperimentale, che dovrebbe concludersi a fine 2025, non ci saranno quindi altre città coinvolte. Nella distribuzione dei pacchi alimentari avranno un ruolo cruciale gli enti del Terzo settore, coinvolti attivamente nella piena operatività della misura.

Il loro coinvolgimento è stato previsto dopo una serie di incontri tra le parti istituzioni e le organizzazioni. Ma, appunto, sono in tanti a chiedersi quando arriva il Reddito alimentare. Sembra che manchi poco. Lo scorso 5 febbraio, infatti, il ministero del Lavoro ha pubblicato l’avviso rivolto a Genova, Firenze, Napoli e Palermo, dettando i termini per la presentazione dei progetti finalizzati alla riduzione dello spreco alimentare tramite la gestione delle eccedenze con azioni di solidarietà sociale.

Pasta
Pasta | pixabay @couleur

Il progetto

Come già spiegato, questi progetti prevedono il coinvolgimento dei soggetti pubblici o degli Enti del Terzo settore, già operativi nell’ambito dell’assistenza alimentare a persone in condizione di grave deprivazione materiale. Non solo. È previsto anche che siano coinvolti gli operatori del settore alimentare. Tutti quelli che si renderanno disponibili a donare i prodotti alimentari invenduti. Sono tutti aspetti fondamentali del progetto. Perché una volta che saranno definiti tutti, allora la misura potrà finalmente partire.

Ma c’è una scadenza? La risposta è sì. Il ministero del Lavoro ha fissato quella di domenica 31 marzo, il giorno di Pasqua. Calcolando i tempi tecnici, si può ipotizzare – sempre che tutto proceda secondo programma – che per il Reddito alimentare bisognerà aspettare almeno fino a maggio 2024. Ultima domanda che in tanti si chiedono: come ottenerlo? Non è ancora stato definito, ma con molta probabilità bisognerà prenotare i pacchi attraverso un’applicazione. Successivamente il beneficiario potrà andare a ritirarli in uno dei centri di distribuzione.

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