Reddito energetico, cos’è e come funziona

Arriva il nuovo reddito energetico, un sostegno per l’installazione di pannelli solari nelle abitazioni: ecco come funziona

L’aumento dei costi dell’energia elettrica e del gas che si sono registrati lo scorso anno, a cui si aggiunge la fine del mercato tutelato per la maggior parte dei consumatori, sta spingendo sempre più italiani all’installazione di impianti fotovoltaici.

Se poi questi possono essere anche gratis attira sicuramente di più, soprattutto chi non riesce a sostenere la spesa che l’installazione del fotovoltaico comporta.

Ecco che allora viene in soccorso il reddito energetico, il cui decreto Ministeriale per le erogazioni 2024 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 8 novembre: firmato dal Ministro Picchetto Fratin a inizio agosto, detta le regole per poter accedere al Fondo nazionale per il reddito energetico, il quale ha una dotazione di base di 200 milioni di Euro.

Questo fondo di sostegno era stato previsto 3 anni fa, ma a lungo è rimasto solo sulla carta perché nessun decreto attuativo ne permetteva l’utilizzo. Il decreto in questione contiene le istruzioni per presentare domanda del reddito energetico per il biennio 2024 e 2025.

Reddito energetico 2024, come funziona?

Si tratta di un incentivo a carattere regionale con cui si finanzia l’installazione di impianti di produzione energetica rinnovabili, come ad esempio i pannelli solari o quelli fotovoltaici.

Per chi beneficia del contributo installando l’impianto c’è il diritto all’autoconsumo, cioè a consumare gratuitamente tutta l’energia necessaria alla propria abitazione, ma non c’è accumulo di quella eccedente.

Installazione del fotovoltaico
Installazione del fotovoltaico – Pexels @Los Muertos Crew – Informagiovanirieti.it

 

Il contributo del reddito energetico non può essere cumulato con altre agevolazioni statali, regionali o europee in materia di energia.

All’accettazione del contributo a fondo perduto il beneficiario dello stesso è chiamato a sottoscrivere una convenzione con il GSE.

La convenzione prevede l’attivazione del servizio di scambio dell’energia elettrica prodotta sul posto, l’autoconsumo e la cessione dei crediti maturati al GSE della Regione.

Per accedere al beneficio sono previsti dei limiti reddituali Isee e si deve garantire anche un tempo minimo di funzionamento dell’impianto stesso.

Attualmente non è ancora possibile presentare le domande per il reddito energetico 2024. Le istruzioni operative, infatti, non sono ancora state fornite dal Gse. Le domande dovrebbero essere trasmesse online su un sito gestito proprio dal Gse che, però, non è stato ancora predisposto. In ogni caso il regolamento con le istruzioni operative si attende entro marzo.

Il reddito energetico dovrebbe permettere l’accesso alle energie rinnovabili anche laddove c’è un vero e proprio disagio non solo economico ma anche energetico.

Proprio per questo, il fondo che si autoalimenta che serve a destinare i fondi per l’installazione di impianti fotovoltaici alle famiglie con disagio economico, può contare su 200 milioni di euro in più.

Con una delibera del Cipess sono stati trasferiti, nel 2023, 200 milioni di euro dal Ministero del Made in Italy al Ministero dell’ambiente e della sicurezza economica che dovrà andare, ora, a gestire il Fondo nazionale per il reddito energetico che dovrà garantire stanziamenti su tutto il territorio nazionale.

Il Fondo del reddito energetico ha un duplice scopo, da una parte quello di abbattere il costo delle bollette dell’energia elettrica e dall’altro favorire la diffusione dell’installazione di sistemi di fonti di energia rinnovabili coinvolgendo anche le fasce della popolazione maggiormente svantaggiate a livello economico. Ovvero quelle che, altrimenti, resterebbero escluse da queste tipologie di interventi

I 200 milioni di euro si vanno ad aggiungere a quelli che il Fondo nazionale aveva già in dotazione aumentandone, di fatto, il budget. Lo scopo principale del Fondo e del reddito energetico che ne consegue, è quello di andare a contrastare la cosiddetta “povertà energetica” intervenendo nelle realtà in cui esiste un vero disagio economico e sociale.

Ma non interviene con un sostegno immediato, come fa il bonus bollette, ad esempio, bensì con una soluzione a lungo termine e con una soluzione strutturale che provvede a eliminare alla radice il disagio energetico.

La modalità di erogazione dei fondi, certamente a fondo perduta e a copertura delle spese sostenute, e in base a quali criteri e requisiti, sarà stabilita con un successivo decreto da parte del Ministero dell’ambiente.

Ci sarà una maggiore attenzione per le Regioni del Sud Italia, alle quali andranno l’80% delle risorse. Come abbiamo anticipato le coperture per il 2024 e 2025 sono di 200 milioni di euro che saranno suddivisi in questo modo:

  • 80 milioni di euro andranno suddivisi per le Regioni Abruzzo, Calabria, Basilicata, Molise, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna;
  • i restanti 20 milioni di euro spetteranno, invece, alle altre Regioni.

Il Fondo nazionale per il reddito energetico sarà un fondo rotativo: oltre alla dotazione di base si autofinanzierà con i proventi della vendita dell’energia prodotta e non consumata dalle famiglie che riceveranno il contributo.

Destinatarie del contributo le famiglie a basso reddito e servirà per la realizzazione di impianti fotovoltaici per l’autoconsumo. Il contributo sarà in conto capitale per le spese sostenute dalle famiglie per installazione e acquisto dei pannelli fotovoltaici. Il beneficio, in ogni caso, dovrà sostenere totalmente le spese per l’istallazione dell’impianto.

In questo modo si permetterà anche alle famiglie a basso reddito di poter superare la povertà energetica potendo accedere, appunto, alla produzione di energia autonoma per l’autoconsumo.

I beneficiari dei contributi a fondo perduto, infatti, si impegnano a cedere tutta l’energia prodotta e non utilizzata per l’autoconsumo, al Gestore del sistema energetico che, poi, provvedere a vendere l’energia prodotta in eccesso. E proprio i proventi della vendita servono ad alimentare il Fondo stesso.

Quando si accede al reddito energetico, infatti, vi è l’obbligo di sottoscrivere un accordo per lo scambio sul posto che ceda la quota di energia non utilizzata per l’autoconsumo per la vendita i cui proventi andranno alle casse regionali per alimentare il Fondo stesso. Inoltre chi riceve il reddito energetico si impegna anche a garantire una produzione minima e a garantire il funzionamento dell’impegno per un certo numero di anni.

Chi sono i beneficiari del reddito energetico 2024?

L’agevolazione riguarda soprattutto le famiglie a basso reddito che si trovano in uno stato di disagio elettrico. In questo modo si permette a chi ha meno finanze a disposizione di produrre la propria energia, andando, di fatto, a risparmiare sulle bollette dell’energia elettrica.

Per poter partecipare ai bandi di ammissione al reddito energetico i nuclei familiari devono rispettare precisi valori Isee e nello specifico:

  • Isee massimo di 15.000 euro
  • se con almeno quattro figli a carico Isee massimo di 30.000 euro

Chi riuscirà ad accedere al Fondo reddito energetico risparmierà quindi sull’intero costo di un impianto fotovoltaico. Costo che oggi, per un impianto da 6 kw, va dai 12 ai 15 mila euro, con circa 3 mila euro in più se si vuole aggiungere un accumulatore.

Il Fondo nazionale per il reddito energetico andrà a favorire, come detto, i nuclei familiari maggiormente svantaggiati, ma anche le zone del nostro Paese che sono maggiormente svantaggiate dal punto di vista energetico.

Per presentare domanda di accesso è necessario attendere la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale e anche le direttive della Propria Regione o Comune per eventuali interventi di sostegno. Il consiglio, quindi, è quello di monitorare i siti istituzionali della propria Regione e del proprio Comune per capire se e quando saranno previste le agevolazioni adottate con il Fondo nazionale dopo la pubblicazione del decreto.

Come abbiamo accennato, alcune Regioni, già nel 2023, sono partite con i primi bandi per l’erogazione del fondo perduto.

In Sardegna l’agevolazione è riservata ai proprietari di villette o di unita abitative indipendenti, ma anche i proprietari di un appartamento che rientra in un condominio.

In quest’ultimo caso, però, l’installazione è consentita oltre che sulle idonee superfici comuni, anche sulle parti di proprietà individuali del richiedente.

Il contributo lo può richiedere anche lo stesso condominio per quel che riguarda le utenze di energia elettrica degli impianti di uso comune. Fermo restando che i crediti maturati, poi, andranno al Gse Sardegna.

Per i limiti di reddito saranno favorite le famiglie maggiormente disagiate. Quello che sembra chiaro è che a essere favoriti sono i nuclei familiari numerosi (con almeno 5 componenti), quelli formati da anziani con oltre 65 anni di età e le giovani coppie.

Tra i nuclei familiari con corsia preferenziale anche quelli con componenti con handicap o invalidità o che abbiano almeno 2 figli minorenni.

Per il Lazio, il reddito energetico 2023 aveva stanziato 2 milioni di euro, mentre 5 sono stati stanziati per il 2024. La soglia Isee per poter accedere al contributo a fondo perduto in questa Regione è stata fissata a 35mila euro e comprirà le spese per

  • acquisto
  • installazione
  • connessione
  • manutenzione
  • esercizio
  • assicurazione degli impianti

Potranno essere comprese nelle spese agevolabili anche quelle delle pratiche amministrative. Chi beneficerà del fondo perduto, in ogni caso, dovrà garantire il funzionamento dell’impianto per almeno 20, e per questo arco di tempo lo stesso non potrà essere dismesso.

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