Gasparri, cosa fa la società di cybersicurezza per cui il senatore potrebbe rischiare il seggio

Perché l’incarico di presidente della Cyberealm di Gasparri è incompatibile con il posto in Senato?

Un’inchiesta del programma Rai Report, di cui sono già uscite alcune anticipazioni, ha messo in discussione il ruolo che il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ricopre alla guida della società che si occupa di cybersicurezza, la Cyberealm.

Un incarico che, da regolamento legislativo, sarebbe incompatibile con il suo ruolo in Senato.

Il servizio di Report su Maurizio Gasparri

A quanto pare Report manderà in onda a breve un servizio sul senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, che da poco ha ceduto la carica di vicepresidente di Palazzo Madama alla collega Licia Ronzulli, e assumendo al contempo l’incarico di capogruppo degli azzurri.

Nel servizio in questione viene denunciato che il senatore ha omesso di dichiarare, prima della sua nomina, il suo ruolo di vertice in una società che si occupa di cybersicurezza, la Cyberealm.

Gasparri sarebbe a conoscenza del servizio di Report almeno dal 27 settembre e non ha smentito questa circostanza, ma sostiene che non vi sia alcuna incompatibilità tra il suo ruolo alla guida dell’azienda e il suo seggio in Parlamento.

Cosa dice il regolamento al riguardo?

Questo, tuttavia, si scontra con l’articolo 18 del regolamento per la verifica dei poteri del Senato, secondo il quale questa carica andrebbe comunicata prima dell’eventuale elezione. Il documento recita:

Ai fini dell’accertamento di eventuali incompatibilità con il mandato parlamentare, entro trenta giorni dalla proclamazione o dalla nomina i senatori sono tenuti a trasmettere alla Giunta l’elenco di tutte le cariche ed uffici a qualsiasi titolo ricoperti, retribuiti o gratuiti. Analoga comunicazione sono tenuti a trasmettere, entro trenta giorni, per le cariche e gli uffici, che vengono successivamente a rivestire o dismettere in corso di legislatura.”

Un coinvolgimento con i servizi segreti israeliani?

Oggi il Fatto Quotidiano pubblica una nuova anticipazione dell’inchiesta che approfondisce ancora di più la storia, con ulteriori aggravanti per il Senatore.

A quanto risulta, lo scorso 12 luglio all’Agenzia delle Dogane si sarebbero presentati due israeliani che volevano vendere un software per catalogare le merci e l’incontro sarebbe stato facilitato proprio da Maurizio Gasparri.

Uno dei due israeliani si chiama Arik Ben Haim, e secondo Report è un ex dirigente dei servizi segreti israeliani. Quindi non solo Gasparri ha omesso di comunicare il suo ruolo di presidente di Cyberealm, ma avrebbe sponsorizzato un agente straniero per l’acquisizione di commesse pubbliche.

Maurizio Gasparri primo piano che guarda in basso
Immagine | ANSA @REPORT – informagiovanirieti.it

I rapporti con Israele risalgono a molto lontano

Il coinvolgimento di Gasparri, secondo quanto ricostruito da Report, risale all’estate 2021, ma in realtà il suo impegno si può rintracciare nel passato, a quando era ministro delle Comunicazioni del governo Berlusconi II e firmò la legge sulle tv 11/2004 che prese il suo nome.

Durante il suo mandato, a quanto riporta il Fatto, lo Stato cedette la Telit, asset strategico nel campo delle telecomunicazioni, alla israeliana Dai Telecom guidata da Ouzi Cats, personaggio che dovette poi lasciare la guida della società una volta finito nel mirino di un’inchiesta dell’Fbi per una presunta frode milionaria.

Oggi Ouzu Cats sarebbe socio occulto di Cyberealm, il cui titolate è l’italo-israelinao Leone Ouzana, ex direttore delle relazioni istituzionali di Telit, legato a sua volta agli apparati israeliani.

Come si è difeso Gasparri?

Gasparri, che come anticipato sarebbe a conoscenza del servizio di Report almeno da due mesi, quando la notizia dell’inchiesta è diventata di dominio pubblico si è difeso, sottolineando che il suo ruolo sarebbe “non operativo” e “che non solo è compatibile con le attività, ma che a mio avviso non andava segnalato perché non è di gestione”.

Non ci facciamo dettare gli organigrammi dagli odiatori e dall’astio. Questa vicenda non sussiste, non c’è nessuna incompatibilità”, ha detto in un’intervista al Giornale. “Le polemiche sono prive di fondamento – ha aggiunto – perché tutti noi ci muoviamo nel rispetto delle norme e della legge. A differenza di Report e di altri che sembrano rispettare la legge solo perché gran parte delle denunce contro Report dormono negli amichevoli cassetti della Procura di Roma“.

I vari attriti tra Gasparri e Report

Nelle ultime settimane l’ex ministro di Forza Italia si è scagliato più volte contro Report – come ricorda il programma sulla sua pagina Facebook – fino ad arrivare alla convocazione in Commissione di Vigilanza Rai del 7 novembre, accusando Report di confezionare “un’inchiesta per vendetta”.

Il commento di Patuanelli di M5s

Ieri Stefano Patuanelli, il capogruppo M5s al Senato, ha commentato:

Il caso Gasparri deve essere portato all’attenzione dell’aula del Senato. Al momento ciò che è sicuro è che il neocapogruppo di Forza Italia non ha dichiarato il suo ruolo di vertice in una società che si occupa di cybersicurezza, la Cyberealm. È necessario comprendere anzitutto se da un punto di vista regolamentare questa omissione sia effettivamente consentita, come dichiara lo stesso Gasparri, oppure no. Attiveremo tutti gli strumenti a disposizione affinché venga fatta chiarezza nelle sedi che sono più opportune, quali appunto quelle del Senato della Repubblica“.

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