Reddito di cittadinanza, assunti solo 484 beneficiari in 3 anni: i dati dell’Inps

Il reddito di cittadinanza non sta raggiungendo le aspettative: solo 484 persone assunte in 3 anni secondo i dati dell’Inps

L’INPS ha rivelato il numero di beneficiari del Reddito di Cittadinanza assunti dal 2020 al 2022. Secondo i dati dell’Osservatorio delle politiche occupazionali e del lavoro, pubblicato il 22 novembre 2023, sono state effettuate solamente 484 assunzioni in questi 3 anni. Questo articolo propone una visione dettagliata dei dati completi dell’INPS riguardo le assunzioni dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza durante il periodo triennale.

Le statistiche dall’Osservatorio dell’INPS delle politiche occupazionali e del lavoro mostrano che l’iniziativa per assumere lavoratori che percepiscono il Reddito di Cittadinanza ha avuto un basso impatto, coinvolgendo solo 484 individui, sebbene abbia mostrato segni di miglioramento verso la fine del 2022. Questi dati, resi pubblici il 22 novembre 2023, rivelano che:

  • nel 2020, l’incentivo ha coinvolto 138 persone;
  • nel 2021, solo 139;
  • nel 2022, c’è stato un incremento a 207.

Il totale è di 484 persone assunte grazie a questo incentivo nel periodo 2020-2022.

In attesa dei dati del 2023, va ricordato che questa misura sarà abolita a partire dal 1 gennaio 2024. Al suo posto, entreranno in vigore l’Assegno di Inclusione e il Supporto Formazione e Lavoro (che esiste già dal 1 settembre 2023, con regole transitorie specifiche). Oltre al Reddito di Cittadinanza, l’INPS ha analizzato anche altre misure attive e passive per il periodo 2018-2022.

Politiche attive e politiche passive

Prima del 2019, l’Osservatorio INPS delle politiche del lavoro e dell’occupazione evidenziava un calo generale nella media dei lavoratori. Questa diminuzione è stata determinata dalla mancanza di rinnovamento degli incentivi per l’impiego del 2015 e 2016, influenzando negativamente i livelli di occupazione. Tuttavia, con l’arrivo del 2020, l’introduzione dei sussidi Covid e delle nuove norme sugli aiuti statali hanno completamente trasformato la situazione. L’analisi INPS segmenta l’indagine in due sezioni: politiche attive e politiche passive. Vediamo nel dettaglio di che si tratta.

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Politiche attive

Le cifre INPS relative ai bonus per l’assunzione tramite politiche attive hanno dimostrato un incremento nel 2020 a seguito dell’emergenza lavorativa scaturita dalla pandemia. Questa tendenza continua nel 2021 e 2022, con l’apprendistato come forma di incentivo primaria (48%), seguito dai contratti a tempo indeterminato (36%). Allo stesso tempo, la sospensione dei contributi, proposta dalla legge di bilancio 2021 per attenuare l’effetto della pandemia su disoccupazione, rimane in uso. Questi infatti includono l’incremento dal 50% al 100% della sospensione per le assunzioni e conversioni a tempo indeterminato operate nel biennio 2021-2022, sia con il bonus per l’assunzione di giovani che con le agevolazioni per l’assunzione di donne. Parallelamente, si denota un aumento del numero di lavoratori assunti a tempo determinato o stagionale nel settore turistico e termale, come pure la stabilizzazione di lavoratori utili alla società (ex LSU). Escludendo le esenzioni totali per l’assunzione di sole donne, la ripartizione di genere sottolinea una prevalenza maschile tra i beneficiari di politiche attive, eccetto in alcune categorie d’intervento.

D’altra parte, si nota un dominio femminile nei benefici per le assunzioni in sostituzione dei lavoratori in congedo obbligatorio o opzionale, nei bonus a tempo determinato per gli over cinquanta e le donne, e nella stabilizzazione di lavoratori utili alla società.

Politiche passive

Analizzando i dati statistici sulle misure passive, si osservano alcuni numeri notevoli nel 2022 per la NASpI:

  • una crescita del 19,5%,
  • con un’impennata del 21,7% nell’ambito maschile
  • una progressione del 17,8% nel genere femminile, in confronto all’anno passato.

Inoltre, il 2022 ha evidenziato una tendenza favorevole all’assegnazione di DIS COLL, che include un totale di 21.286 benefici, cioè un incremento del 27,2% rispetto all’anno antecedente.

Reddito di cittadinanza, come funzionerà dal 2024

Pur avendo l’Inps illustrato più volte le circostanze riguardanti la conclusione del Reddito di cittadinanza, esiste ancora una certa confusione tra le persone riguardo a cosa avverrà fra dicembre e gennaio. In particolare, alcune persone si chiedono se il reddito di cittadinanza sarà ancora erogato nel gennaio 2024, o se l’ultimo versamento sarà in dicembre.

Tale incertezza deriva dal metodo con cui il reddito di cittadinanza viene accreditato mensilmente, basandosi sulla situazione reddituale dell’ultimo giorno del mese precedente. Questo, per esempio, ha portato in anni passati alla necessità di aggiornare il proprio Isee entro fine febbraio invece di gennaio, per prevenire la sospensione dei pagamenti.

Tuttavia, è importante sottolineare che il versamento del reddito di cittadinanza, che avviene ogni 27 del mese, non si riferisce al mese precedente. Si tratta solo di una valutazione dei requisiti, e del calcolo dell’importo, che si basa sui dati posseduti dall’Inps aggiornati fino all’ultimo giorno del mese precedente. Questo dovrebbe fornire una risposta sul momento in cui viene erogata l’ultima mensilità del reddito di cittadinanza, così come sulla data finale per fare richiesta. Tuttavia, per evitare possibili malintesi, esaminiamo in dettaglio ciò che prevede la normativa, che specifica chiaramente la data finale per ricevere il sostegno.

Cessazione del Reddito di cittadinanza

Non c’è dubbio che la legge di Bilancio 2023, così come consolidata dal Decreto Lavoro del 3 maggio, ha stabilito la cessazione del Reddito di cittadinanza al 31 dicembre 2023. Tuttavia, alcune persone non hanno chiarezza se la fine dell’erogazione del sostegno finanziario coincida con dicembre. Tenendo conto del fatto che i requisiti per l’accesso al sostegno vengono esaminati basandosi sul mese precedente, potrebbe sembrare che l’ultimo accredito possa avvenire a gennaio 2024. Tuttavia, questo non è il caso: l’accredito avviene nello stesso mese in cui viene richiesto, rendendo così impossibile un pagamento del reddito di cittadinanza nel gennaio 2024, poiché a quel tempo il contributo sarà stato soppresso.

La sicurezza su questa questione è ulteriormente rinforzata dalla Circolare Inps n. 61 del 12 luglio 2023, che esplicitamente afferma che “la prestazione non può essere erogata oltre il 31 dicembre 2023”. Di conseguenza, l’ultimo pagamento del Reddito di cittadinanza avverrà il 27 dicembre (mercoledì), sebbene le indiscrezioni suggeriscano una possibile anticipazione al 20 dicembre (ancora da confermare dall’Inps).

Presentazione domanda

L’ultimo giorno utile per presentare la domanda per il Reddito di cittadinanza è il 30 novembre. Essendo che l’ultimo pagamento viene effettuato a dicembre, e l’erogazione del reddito di cittadinanza ha inizio il mese successivo alla presentazione della domanda, è matematico che l’ultimo giorno utile per presentare la domanda o richiedere il rinnovo sia il 30 novembre. Solo così sarà possibile garantirsi l’accredito per il mese di dicembre. Da quel momento in poi, il sito per le domande di Rdc e Pensione di cittadinanza sarà disabilitato e non sarà più possibile presentare richieste.

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