Ferie, cosa cambia per chi lavora part-time?

Come si calcolano le ferie per i lavoratori part-time? C’è qualche differenza nella retribuzione? Tutti i dettagli

I lavoratori impiegati con orario part-time, o ridotto, hanno gli stessi diritti alle ferie dei dipendenti a tempo pieno: infatti, nonostante le differenze nell’orario di lavoro, le regole per la maturazione e la fruizione delle ferie aziendali rimangono invariate.

In altre parole, i lavoratori part-time accumulano gli stessi giorni di ferie dei colleghi a tempo pieno, ma è il datore di lavoro a decidere quando possono effettivamente prenderne.

Poiché le ferie non si possono prendere a ore, a differenza dei permessi, non c’è motivo per cui i dipendenti part-time debbano avere un numero inferiore di giorni solo perché lavorano meno.

Tuttavia, ci possono essere differenze nel calcolo dei giorni di ferie maturati a seconda della tipologia di contratto part-time. Ad esempio nel caso del part-time orizzontale, il dipendente accumula i giorni allo stesso modo dei colleghi a tempo pieno, mentre per il part-time verticale o misto possono esserci considerazioni aggiuntive.

Ferie, ecco il calcolo e cosa cambia per chi lavora part-time

Ecco come calcolare le ferie per i diversi tipi di contratti part-time e come vengono riproporzionate in base al periodo di lavoro rispetto ai contratti full-time.

Le ferie per i lavoratori part time come funzionano?
Le ferie per i lavoratori part time come funzionano? – Unsplash @Mantas Hesthaven – Informagiovanirieti.it

 

Per il calcolo dei giorni, è utile distinguere tra diverse tipologie di contratto part-time:

  • Part-time orizzontale: Qui il numero di ore è ridotto su base giornaliera (ad esempio, 4 ore anziché 8). In questo caso, il lavoratore ha gli stessi diritti dei dipendenti a tempo pieno. Di solito, matura 2,166 giorni di ferie al mese, che equivalgono a 26 giorni all’anno.
  • Part-time verticale: Le giornate lavorative sono ridotte durante la settimana o il mese, ma la durata della giornata lavorativa rimane invariata. In questo caso, il calcolo delle ferie è proporzionato ai giorni effettivamente lavorati.
  • Part-time misto: Questo tipo di contratto è una combinazione delle due precedenti. Anche qui, il calcolo dipende dalle ore effettivamente lavorate.

Per esempio, per un lavoratore con part-time verticale che lavora 3 mesi all’anno, si calcolano le ferie annuali per i contratti full-time e si moltiplicano per 3. Se il contratto prevede 26 giorni, il lavoratore avrà diritto a 6,5 giorni all’anno.

Nel part-time misto, le ferie si calcolano in base alle ore lavorate. Una formula utile per questo calcolo è: 170 (un mese di lavoro in ore)/(100 x percentuale part-time) = ammontare delle giorni in ore.

In ogni caso, quando il dipendente prende un giorno di ferie, il datore di lavoro sottrae da quelle residue un numero di ore equivalente alla durata della giornata lavorativa prevista dal contratto. Ad esempio, se la giornata lavorativa è di sole 4 ore, il datore di lavoro sottrarrà 4 ore dalle residue.

Prendiamo come esempio Marco, dipendente che ha sottoscritto un contratto part-time di tipo verticale che prevede lo svolgimento dell’attività lavorativa per 10 mesi l’anno.

Il calcolo in questo caso è molto semplice. Basta considerare i giorni di ferie a disposizione durante l’anno, ad esempio 26 giorni, suddividerli per 12 mesi e moltiplicarli per il numero di mesi di lavoro, ossia 10. Ne risulta che Marco ogni anno ha diritto a 21,6 giorni di ferie, 5 in meno rispetto ai colleghi impiegati con orario full-time.

I periodi di assenza per ferie sono retribuiti dall’azienda allo stesso modo dei giorni lavorativi. All’interno del cedolino, le ore verranno indicate in maniera differente in base al tipo di retribuzione percepita:

  • Lavoratori con retribuzione a ore: sul cedolino della paga, alla colonna “competenze” verrà indicata la retribuzione lorda corrispondente alle ore di ferie godute durante il mese.
  • Lavoratori con retribuzione fissa mensile: nella busta paga vengono riportate le ore di ferie e il loro valore economico. Questa annotazione ha un valore puramente espositivo, poiché la retribuzione non varia a seconda delle ore di presenza o assenza (a eccezione delle assenze che abbiamo visto in precedenza o delle ore di lavoro straordinario).

In busta paga, quindi, i lavoratori retribuiti in modo fisso ogni mese riceveranno il compenso delle ore di ferie indicato nella colonna degli elementi figurativi, senza che questo impatti in alcun modo sui calcoli dello stipendio netto.

Esistono delle circostanze per le quali si è impossibilitati a prestare servizio, ma, nonostante l’assenza dal lavoro, si maturano giorni di ferie. Nei seguenti casi, infatti, non viene applicata una riduzione né della retribuzione, né del monte ore disponibili annualmente:

  • congedo di maternità e paternità
  • malattia del lavoratore
  • ferie e permessi retribuiti
  • permessi per persone disabili e i loro familiari previsti dalla Legge numero 104/1992
  • congedo matrimoniale
  • infortunio sul lavoro

Di seguito, i casi di assenza dal lavoro che non prevedono maturazione di giorni di ferie:

  • aspettativa non retribuita
  • assenza ingiustificata dal lavoro
  • sciopero
  • malattia dei figli
  • congedo parentale
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